Un giorno non meglio precisato del 1990 Babele
Dunnit si ritrova a sorpresa nella stessa stanza di un Virtuality,
ovvero il primo sistema di Realta' Virtuale
ad uscire dai laboratori della NASA per entrare nelle sale giochi. Per capire
lo stato mentale in cui precipita Babele si consideri che solo poco tempo
prima questi aveva iniziato a scrivere Voci,
influenzato dagli scritti di William Gibson e
profondamente colpito da uno storico numero di Scientific
American del Dicembre 1987 dove la VR
era ancora chiamata Realta' Generata da un Calcolatore.
Convinto che la VR sia per un hacker una sorta di Terra Promessa, sfodera
tutte le sue conoscenze e fa la ruota come un pavone elettrico fino a quando
gli viene offerto di lavorare seriamente sulla macchina in questione. Diventa
quindi sviluppatore VR per RC ELgra, la societa'
che ai tempi importava in Italia il marchio Virtuality, muovendo i primi passi
nella grafica 3D immersiva in tempo reale (RT3D).
In collaborazione con il Pisa Amiga User Group
segue il porting del compilatore GNU C++ su piattaforma
Virtuality (basata su Amiga 3000) che gli varra'
l'interesse della casa madre ferma al compilatore C
Lattice, non object-oriented - e non usare la Programmazione
ad Oggetti per la VR e' un'eresia. Sviluppa cosi' svariate librerie
grafiche proprietarie e produce numerosi programmi nativi per Virtuality che
vanno da un simulatore di off-shore ad una discoteca
virtuale fino ad un fly-through architettonico
che viene presentato alla Triennale di Milano
e ad un simulatore di guida che sara' il precursore
del progetto di ricerca neurofisiologica Arcana.
In tutti questi programmi Babele posiziona un icosaedro
verde alle coordinate (0, 0, 314), ma nessuno se ne accorge mai. Piu'
o meno in questo periodo Babele conosce anche Owen
Ransen, trovandoselo davanti a sorpresa. un bel giorno. Ancora adesso
quando ci ripensa, Babele barcolla un po'.
Purtroppo la casa produttrice di queste macchine, che da W-Industries
diventa Virtuality Inc., dopo aver raccolto alcuni
milioni di dollari con operazioni di borsa svanisce nel nulla. Queste sorti
alterne raffredderanno consistentemente l'interesse dell'industria dell'intrattenimento
nei confronti della VR. Nel frattempo Babele Dunnit - ormai assurto agli onori
della cronaca come Esperto Totale Globale di Realta' Virtuale e quindi ad
un passo dall'Onnipotenza (non ci si dimentichi di quello che il pessimo film
Il Tagliaerbe ha fatto credere al pubblico)
- decide di co-fondare una sua societa' che si occupi di VR a tutto campo
chiamata CyberFunk ed inizia a scrivere per
Virtual.